4 passi per gestire un collega lamentoso e non impazzire!
Quante volte ho sentito questa domanda dai partecipanti dei miei corsi! Immaginiamo che 5 giorni a settimana per almeno 8 ore al giorno ti trovi nell’ufficio una persona che si lamenta in continuazione, che sbuffa, che commenta con cattiveria ogni cosa che sta facendo. Tu, invece, cerchi di concentrarti sul tuo lavoro, ma sottofondo senti questa musica triste, questa musica deprimente che inizia influenzare il tuo stato d’animo. Posso immaginare che tu voglia cambiare questa situazione!
La prima domanda da porsi è la seguente: cosa ho fatto in questo periodo per far si che lui/lei smetta di lamentarsi, inizi a lavorare e non mi contagi con la sua negatività?
Scrivi l’elenco delle cose che hai fatto fin’adesso e verifica per quanti mesi ti sei sforzato di farlo. Non è cambiato nulla? Allora smetti di fare le cose che non funzionano, non sprecare energie per fare le cose che sai che non funzionano. Meglio non fare nulla. Allora: smetti di ascoltarlo, smetti di chiedergli di stare zitto, non tirarlo su dicendo che andrà tutto bene. Queste strategie non funzionano con questo tipo delle persone.
Seconda cosa da fare: rifletti sul motivo delle sue lamentele? Perché il tuo collega si lamenta?
Ci sono delle persone che si lamentano solo per il piacere di farlo e sono delle persone che si lamentano perché hanno del problema da risolvere e non sanno come farlo?
In primo caso – il piacere di lamentarsi significa che non si aspettano da voi delle risposte ai loro problemi. Si vogliono sfogare, vogliono essere in centro di attenzione, vogliono che qualcuno finalmente li ascolti…
In questo caso non c’è bisogno di scervellarsi per trovare la soluzione, assolutamente no.
Nel caso della persona che ha un vero motivo delle lamentele, ad. “questa gente oggi è maleducata” e “perché la gente non legga le email ma chiama subito con problemi?”, “mamma mia, in questa giornata così piovosa e grigia, dobbiamo ancora lavorare, ma come si può, ci pagano così poco!, mamma mia ma quando andiamo in pensione?! Quale pensione!? Ahh, vero, non la avremo! Che tristezza….”
Le persone che esprimono ad alta voce i propri problemi a volte hanno ragione di incavolarsi. Ma molto spesso noi, come le persone che si trovano nella stessa stanza, ci troviamo nella stessa barca e non abbiamo dei soluzioni ai loro problemi. Perciò ci dobbiamo domandare : “ Posso fare qualcosa per risolvere questo problema? Qualcosa dipende da me?” Se si, allora parliamone. Ma molto spesso sono le decisioni dei titolari d’azienda, o osservazioni legate al attuale situazione sul mercato di lavoro, perciò non possiamo fare tanto. Allora con la persona basta ammettere che abbia ragione, che la comprendi e basta. Non entrare nella discussione perché non ci sarà la fine.
Terzo passo: Quando abbiamo già capito le vero motivazione della persona che si lamenta dobbiamo riflettere sulla persona stessa?
Lei si lamenta da sempre o da febbraio di quest’anno, quando ha perso la sua madre?
Molto spesso lamentarsi è un’abitudine che diventa parte della persone e che la persona stessa non si renda conto di come è pesante.
In altri casi, gli avvenimenti di vita, come problemi di salute o problemi familiari possono portare la persona a diventare più depressa e di cambiare il modo di percepire la realtà. Una volta problema personale risolto, la persona dovrebbe ritrovare nuovo equilibrio e la serenità.
Lei si lamenta solo con te o anche con gli altri?
Se si lamenta con tutti – significa che non si rende conto di questa cosa e una volta qualcuno glielo nota, allora cerca di smettere di farlo. In questi casi tutte le persone alle quali da fastidio, dovrebbe mandare a lei lo stesso messaggio congruente – le tue lamentele peggiorano clima nell’azienda e non portano a nessuna parte.
Se si lamenta solo con te – questo ci può suggerire che si fida solo di te, che ti percepisce come la persona che ascolta e comprende. Ciò non significa che le sue lamentele sono gradite, anzi. Ma molto spesso siamo noi che non riusciamo a comunicare che questo comportamento continuo ci da fastidio.
Arriviamo alle strategie:
Passo 4. Mettere le strategie personalizzate e vedere cosa sta cambiando.
Strategia 1. Prescrivere tempo definito delle lamentele. Strategia super efficace.
Dopo l’analisi accurata, vi siete resi conta che la persona che si lamenta è così con tutti, che questo comportamento è diventato parte del suo carattere e che la persona non se ne rendo conto oppure non vede motivo per cambiarlo:
Allora ogni mattina quando arrivi in ufficio, chiedi la persona “Come stai? Come vanno le cose?” Sapendo che questa domanda aprirà la discussione. Puoi dire: “ In questi mesi mi sono reso conto che non ti ho ascoltato abbastanza, ho capito che hai bisogno di condividere le tue riflessioni con noi. Visto che tutto giorno lavoriamo come pazzi, ho pensato di parlare con te adesso, prima di iniziare a lavorare, perché dopo non avrò proprio tempo. Perciò se vuoi raccontami adesso, perché tra 10 minuti ho riunione e dovrò andare. “ In questa situazione ci sono 2 opzioni: la persona inizia a parlare come il fiume in piena e poi voi, dopo 10 minuti vi dovete scusare e andare a lavorare. Molto spesso invece, come comportamento contradditorio, le persone rispondono che adesso non ne hanno bisogno. OK. Bene.
E’ molto importante che non l’arco della giornata non le date altre attenzioni e ascolto delle sue lamentele, ma rimandate al giorno dopo quando arriverete in ufficio.
Questa strategia per essere funzionale deve essere ripetuta tutte le mattine quando siete in ufficio, finché non vedete che le persone perdono piacere di farlo. Quando la lamentela dal piacere si trasforma in dovere. Ecco!
Vi do anche la strategia (2) in caso della persona che lo fa solo con voi e che non è consapevole dell’impatto che ha suo atteggiamento lamentoso sugli altri. Se la persona con la quale sei in ufficio ti sta al cuore e la vorresti aiutare, allora devi vedere se hai delle competenze che le possono aiutare. Se si, fallo. Se no, scusati e suggerisci l’altra soluzione. Ci sono delle persone che parlando dei loro problemi, sfogandosi con voi, stanno meglio. Loro si, ma voi no. Allora potete farle questo discorso: “In questi mesi , da quando mi racconti del tuo problema XYZ, ho cercato di ascoltarti attentamente ed aiutarti a trovare la soluzione. Ma mi sono resa conto che non sono la persona adatta. Scusami! Ho sbagliato. Mi sono resa conto che solo parlare e basta non fa cambiare le cose. E’ importante a fare qualcosa diversamente. E io non ti posso aiutare in questo”.
Come potete vedere, invece di essere contagiati da queste persone e diventare nello stesso modo negativi e scontenti, fate passo indietro e liberatevi da questa clima così pesante.
Questo tipo di dinamiche relazionali sul lavoro e non solo, affrontiamo durante il percorso che inizierà già gennaio 2019. Non esitate a scrivermi per avere più domande.
(qui vorrei mettere il pulsante che li porta alla pagina con il corso.)
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